Dall'architettura al prodotto: intervista a Federico Delrosso

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A soft LED-glow ambiance, FEDERICO DEL ROSSO FEDERICO DEL ROSSO منازل
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Poco tempo fa è venuto a trovarci in redazione l’architetto Federico Delrosso con cui abbiamo avuto modo di avere un'interessante discussione rispetto l'architettura in generale, alcuni dei suoi lavori attuali e progetti futuri.

Federico Delrosso è un architetto dallo spirito e dalla vocazione internazionale, soprattutto Stati Uniti e Europa, ma che ha scelto Biella come cuore e sede per la sua attività principale. Nel 2004, nasce il team che si occupa della progettazione residenziale e commerciale, Federico Delrosso Architects, con sede a Milano e a New York, due delle più importanti città per l’architettura e il design. La sua impronta nei progetti è chiara, con spazi definiti da pochi elementi, con una solidità visiva e una matericità di alcune strutture che creano piacevoli contrasti con la leggerezza delle linee di altri volumi architettonici. Spesso, nei suoi lavori, troviamo sculture e altre opere artistiche che dialogano con il design, ma non è tutto. Ciò che più ci ha entusiasmato riguardo Federico Delrosso è il suo approccio a tutto tondo che parte dall'architettura di grandi edifici, fino ad arrivare al dettaglio, con la progettazione di alcuni prodotti di design, come sedute, lampade e altri arredi.

“L’architetto è come il regista di un film” ha affermato nel nostro incontro. Noi pensiamo esattamente la stessa cosa. Abbiamo così ritenuto utile approfondire diversi aspetti del suo lavoro con l'intervista qui di seguito.

1 – Salve Sig. Delrosso, come nascono i suoi progetti? 

’Se intende come arrivano le commesse, potrei dire che è un po’ come per i medici, gli avvocati o un buon ristorante: è una sorta di passaparola in quanto i clienti contenti invitano gli amici, orgogliosi di mostrare la propria casa; altra fonte è il web, la stampa, la visibilità in generale e la celebrità, specialmente in alcuni paesi.’

2 – Qual è il rapporto con la committenza?

’È sempre molto delicato e complesso il rapporto con la committenza. Se si tratta di progetti residenziali, diventa anche molto intimo, per questo molto delicato, ma come in tutte le relazioni umane è fondamentale avere affinità elettive e culturali: non basta avere un budget a disposizione.’

3 – Abbiamo osservato il Suo rapporto a 360° con la progettazione: dalle abitazioni private, al commerciale, fino al prodotto di design. Come ha raggiunto questa completezza?

’Ho sempre pensato che un Architetto debba avere una visione globale, un ruolo completo, ed ho impostato il mio percorso in questa direzione. Che si tratti di progetti in ambito residenziale, terziario o ricettivo, di dimensioni grandi o piccole, non fa alcuna differenza, sono sempre molto critico nei confronti delle specializzazioni. Personalmente mi annoierei ad occuparmi solo di case, o di uffici, o di negozi o di prodotti di design.’

4 – Che attinenze esistono tra questi mondi apparentemente differenti?

Ciò che unifica tutto è la visione progettuale, l'approccio metodologico, applicabile a qualsiasi tema. Ho iniziato con l’architettura, per poi passare al mondo dell'interior ed infine al design. Ora sto tornando all'architettura con un approccio più completo, più maturo.

5 – Che materiali ama utilizzare maggiormente? 

’Amo utilizzare pochi materiali in modo omogeneo, preferendo materiali naturali alle imitazioni - se è un legno deve essere legno e non ceramica effetto legno -. Utilizzo molto il cemento, il legno, il ferro, il vetro.’

4 – Al giorno d’oggi si ama categorizzare qualsiasi cosa. Possiamo definire la Sua architettura minimalista? 

’Non mi definisco un minimalista nel senso più estremo del termine, direi più contemporaneo. Mi piace mantenere un certo rigore formale, ma anche adattare il progetto al contesto e renderlo moderno e attuale.’

5 – L’architettura e il design sembrano orientarsi sempre più verso la sostenibilità. Secondo Lei, quali sono le sfide da affrontare in un futuro non troppo lontano?

Parlare di sostenibilità è sempre un po’ delicato, diciamo che è un po’ la moda del momento: tutti ne parlano e pochi sanno cosa sia veramente. Bisogna sempre fare i conti con il contesto in cui si opera e su quali siano i veri criteri sostenibili. Per me un'architettura è sostenibile quando si inserisce nel contesto costruito o naturale in modo delicato e rispettoso dell’ambiente. Credo che il futuro dell'architettura sarà rivolto alla reinterpretazione delle forme organiche, non solo per ricercare la massima sostenibilità degli edifici, ma per riavvicinarsi alla natura e quindi all'uomo.

6 – Abbiamo visto alcuni dei Suoi progetti a New York. Che fascino ha per Lei la Grande Mela dal punto di vista architettonico?

NYC è per me un luogo di appartenenza, sento sempre qualcosa di magico, probabilmente in una vita passata sono stato lì. Dal punto di vista architettonico, è la città a sviluppo verticale per eccellenza, la vera città cosmopolita nella quale possiamo leggere tra i segni la sua storia evolutiva.

7- Da italiani, siamo ancora in grado di esportare idee e progetti di alta qualità oltreoceano?

Direi di sì. Senza dubbio la capacità creativa e specialmente esecutiva restano ancora una cosa nostra, ma dobbiamo imparare dagli americani ad essere più professionali, più organizzati, più affidabili, altrimenti rischiamo di perderci in noi stessi, come sempre accade.

8 – Che rapporto ha con la città di Milano?

La città dove vivo e lavoro, dove sto bene. Direi che amo Milano e NYC, entrambe hanno dinamiche simili, con la differenza che Milano è molto più piccola e spesso un po’ provinciale, ma questo in fondo è la dimensione di cui abbiamo bisogno per sentirci a casa.

9 – Le piace Berlino?

Molto, anche se la conosco poco. Una città orizzontale, tutta da scoprire, difficile da capire a prima vista: credo tutto accada in modo più misterioso.

10 – Che progetti ha in cantiere qui?

Ho iniziato recentemente una collaborazione con HCM ( Home Center Management) per un progetto d'interior design molto interessante. Il progetto prevede il recupero e la rifunzionalizzazione di un edificio anni Trenta, ora denominato Metropol Park in Berlin/Mitte. Sarebbe interessante poter sviluppare qualcosa d'innovativo a Berlino, vedremo.

Ringraziamo Federico Delrosso per la Sua disponibilità.

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